Le più brutte parentesi del giornalismo nostrano, perlomeno di questo periodo, sono quelle scritte da Annalena Benini su il Foglio a proposito di Roberto Saviano e il suo ultimo libro.
Nel tentativo di scrivere un pezzo graffiante la nostra giornalista è sprofondata nel ridicolo ponendo fra parentesi affermazioni che, per essere gentili, si possono definire quantomeno squallide:
Forse è vero che Saviano in questo momento può apparire divinizzato dai media, ma fare battute sulle minacce ricevute è proprio di cattivo gusto.
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Nel tentativo di scrivere un pezzo graffiante la nostra giornalista è sprofondata nel ridicolo ponendo fra parentesi affermazioni che, per essere gentili, si possono definire quantomeno squallide:
Forse è vero che Saviano in questo momento può apparire divinizzato dai media, ma fare battute sulle minacce ricevute è proprio di cattivo gusto.
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Hai pochissimo senso dell'umorismo. A quanto capisce il sottoscritto la battuta è fatta proprio per ironizzare proprio sul fatto che alcuni non portino rispetto a Saviano, che paga con la sua sicurezza personale la sua fama. Io capisco questo, poi magari mi sbaglio.
RispondiEliminaAndrea
Concordo con Andrea, credo che Saviano abbia messo a repentaglio la sua stessa esistenza per denunciare una piaga vecchia di secoli; ha fatto nomi e cognomi con lo spirito del topo di biblioteca; come lui stesso ha più volte detto infatti questi dati sono alla portata di tutti. L'amore per la forma romanzata e per la cronaca hanno fatto il resto. Non credo che Saviano immaginasse le proporzioni di quanto stava pubblicando, lui per primo. Gerundio.
RispondiEliminaPossibile che io non abbia capito, ma visto che siamo in molti a fraintendere allora l'articolo è scritto male.
RispondiEliminaSe non l'avete ancora fatto vi consiglio di leggerlo tutto.
Secondo me, Dangp legge bene il testo dell'articolo: è una specie di tentativo di "reductio ad cazzatam" da parte dell'indomita Annalena, castigatrice penna del Foglio.
RispondiEliminaAl di là del fatto che la nostra colonnista di fiducia avesse in mente esaltazione o dispregio, di certo emerge il senso di disprezzante dispregio in tono minore, come uno scoreggio abortito di padre Giove dalle nubi plumbee di lassù: il continuo girare attorno al fatto che a Saviano convenga pensare alle ragazze o che pensi in realtà a vendere libri (vecchi e presunti nuovi) o che sia un personaggio dall'aria dandy-perchè-tira-di-più è un modo per sminuire e ricondurre l'immagine di Saviano a un furbo-costruito-big-broderesco-che-in-fondo-in-fondo-lo-fa-per-soldi; cioè, è banalizzare cose come l'impegno, il coraggio, la denuncia...
E la cosa bella, secondo me, è proprio che Saviano potrebbe pure fare ed essere tutte le cose che dice la nostra Olivetti22 del Foglio, ma reinquadrare in questo modo comico (?) un personaggio-immagine-di-legalità produce dall'altra parte effetto di riso sull'illegalità; cioè, quasi quasi la "umanizza" e la rende simpatica: insomma, perchè diavolo zia Camorra dovrebbe temere gli strali letterari di uno che farebbe molto meglio a seguire le gonnelline della prima che passa?
d'accordo con erripotter
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