Mettiamoci d'accordo, altrimenti continueranno a pensare che la discesa in campo di Berlusconi sia piovuta dall'"alto".
C'è chi pensa che sia "disceso" perché dopo il periodo di "mani pulite" si poteva finire nelle grinfie comuniste. Ma questo mi sembra parecchio improbabile.
C'è chi pensa che sia stato costretto dalla mafia perché sarebbe entrato in politica dopo le minacce subite da Cosa Nostra che voleva entrare in possesso di un suo canale televisivo. Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, ha affermato: "Credo che volessero un canale che screditasse i magistrati e le loro indagini".
C'è chi pensa che la sua priorità era salvare l'azienda sull'orlo della banca rotta perché nel 1993 la Fininvest aveva 5.000 miliardi di debiti. Franco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d'uscita: 'Cavaliere dobbiamo portare i libri in tribunale'.
C'è chi pensa che l'abbia fatto per contrastare l'aggressività delle procure rosse. E già, il cavaliere ha avuto problemi con la giustizia anche prima di candidarsi.
E infine, c'è chi pensa che l'abbia fatto per proseguire il programma della P2 e concretizzare il disegno del "Maestro Venerabile" Licio Gelli.
A quanto pare di motivi ce n'erano molti e sicuramente non "l'ha fatto per noi".
http://massimomarini.blogspot.com/2009/07/promemoria-per-capire-in-10-righe-la.html
RispondiEliminaIo l'ho trovato illuminante.
Massimo
Si, interessante. Rientra perfettamente nel quadro: mi candido per non perdere le mutande e faccio accordi con la mafia per essere sicuro di vincere. Per lo stesso motivo, al nord mi alleo con i fascisti verdi e al centro con quelli neri.
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