Obama, niente da aggiungere


Non ho scritto un post sul Nobel per la pace che manda 30 mila soldati in guerra, perché non ho niente da aggiungere.
Rileggetevi questo del 10 settembre 2008:

Un nuovo sondaggio, effettuato tra sabato e lunedì scorso, assegna ad Obama un lieve vantaggio, 47% contro il 46% di McCain. Nonostante il tracollo del settore immobiliare - duecento miliardi di dollari pagati dai contribuenti per salvarlo -, i rialzi della benzina, la sanità che non cura i poveri, i morti nelle guerre orientali, il candidato repubblicano tiene.
McCain è riuscito a distogliere l'attenzione dei suoi elettori dai problemi economici facendo leva sui valori sociali, che i conservatori vedono perennemente in pericolo, e la parte del popolo americano autoproclamatosi perbene ha reagito in maniera a lui congeniale. Otto anni di governo Bush sembra non siano bastati per destare un popolo perennemente sopito dalla propaganda consumistica dei media.
Obama, se venisse eletto, non sarà il salvatore del mondo, non dirà mai alla sua nazione che il loro tenore di vita è troppo alto per un mondo così piccolo e, probabilmente, la sua politica estera seguirà la linea tracciata da Bush.
Di una cosa si può esser certi: se Obama salverà la sua gente lo farà sulle spalle del resto del mondo.

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