Sartori d'occidente

KamikazeGiovanni Sartori sull'Islam: "Alla sua intensità massima produce l’uomo-bomba, il martire della fede che si fa esplodere, che si uccide per uccidere (e che nessuna altra cultura ha mai prodotto). Diciamo, a caso, che a questo grado di surriscaldamento, di fanatismo religioso, arrivano uno-due musulmani su un milione. Tanto può bastare per terrorizzare gli infedeli, e al tempo stesso per rinforzare e galvanizzare l’identità fideistica (grazie anche ai nuovi potentissimi strumenti di comunicazione di massa) di centinaia di milioni di musulmani che così ritrovano il proprio orgoglio di antica civiltà."

Quanto sopra, è una parte di una discussione più complessa, tra Sartori e Tito Boeri, sull'integrazione dei musulmani.
Quando mi capita leggo piacevolmente Sartori, uomo di vasta cultura che non può essere ignorato. Però quest'ultima cosa non l'ho capita. Dando per scontato che il professore non può non sapere dei kamikaze giapponesi o quelli delle Tigri Tamil, cosa intende quando scrivere "che nessuna altra cultura ha mai prodotto"?
Secondo me è peggiore la seconda affermazione: "...così ritrovano il proprio orgoglio di antica civiltà". E se anche fosse? Dobbiamo impedire che loro ritrovino l'"orgoglio di antica civiltà"? Dobbiamo ridurli a servi dell'"impero occidentale"?

Commenti

  1. Caro Dangp,

    ho seguito con attenzione la discussione sull'Islam lanciata da Sartori un po' di giorni fa, e ci sono rimasto abbastanza male. Ho in una cartella raccolti i link delle reazioni successive, ne hanno scritto un po' ovunque, e l'articolo di Boeri mi ha sollevato.

    Insomma, fino a quando certe teorie sono sostenute da leghisti o simili, è un conto, ma quando un Sartori mi lancia un messaggio di "Abbandonate ogni speranza d'integrazione", ecco che mi preoccupo ancor di più. Per la prima volta mi trovo in fortissimo dissenso, l'integrazione è sempre possibile, sempre.

    Basta volerlo, bastano le regole, basta l'istruzione, la cultura. Lo so, ho detto niente.

    ciao

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  2. Onestamente mi ha spiazzato, non riesco ancora a capire le sue affermazioni. È come se Odifreddi scrivesse 2+2=5.

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