Ultimatum della Fiat ai lavoratori di Pomigliano: o firmano un contratto di merda, che la Fiom giudica incostituzionale, o l'azienda non investirà 700 milioni di euro. Delle mie parti si chiama ricatto, ma non dev'essere riconosciuto come tale nel resto d'Italia. Stefano Feltri, 25enne con laurea in economia alla Bocconi, ha scritto un articolo per l'Antefatto dal mio punto di vista poco condivisibile. Uno stralcio:
Secondo il dottor Feltri, gli operai dovrebbero firmare perché più fortunati dei precari. È un'osservazione abbastanza miope. Quegli operai stanno lottando anche per non creare un precedente che potrebbe infettare il resto dei contratti di lavoro. In pratica stanno protestando per evitare che gli odierni precari si ritrovino con un lavoro a tempo indeterminato privo di garanzie fondamentali.
Ecco, ci manca solo la guerra fra poveri.
Per metà dei lavoratori italiani l'articolo 18 non esiste perché lavorano in imprese sotto i 15 dipendenti, per un'altra fetta rilevante non vale comunque, perché stanno in aziende precarie, e se si chiude tutti a casa. [...] Per questo, a chi oggi ha tra i 24 e i 30 anni, suona strano (e un po' irritante) sentire i metalmeccanici della Fiom o i dirigenti della sinistra che dicono: "Se passa l'accordo succede il finimondo".
Secondo il dottor Feltri, gli operai dovrebbero firmare perché più fortunati dei precari. È un'osservazione abbastanza miope. Quegli operai stanno lottando anche per non creare un precedente che potrebbe infettare il resto dei contratti di lavoro. In pratica stanno protestando per evitare che gli odierni precari si ritrovino con un lavoro a tempo indeterminato privo di garanzie fondamentali.
Ecco, ci manca solo la guerra fra poveri.
Ho letto l'articolo; ma dov'è che questo Feltri dice che dovrebbero firmare?
RispondiEliminaMi sembra equilibrato, anche se dal punto di vista del cococo.
E in effetti non dà risposte, perchè è *un po'* difficile darle ora: non fa proprio!
L'unica conseguenza è la guerra fra poveri. O la guerra davvero, purtroppo.
Non lo scrive infatti, ma il succo m'è sembrato quello. Avrei dovuto mettere un punto interrogativo tra parentesi dopo l'affermazione.
RispondiEliminaComunque, se non intendeva quello, è un articolo scialbo.
Ottima osservazione. Bisognerebbe combattere per i diritti, non per i doveri. Ma il mondo è pieno di cinesi e indiani, non manca molto che diventiamo formiche di nuovo. E' una questione legata alla selezione naturale, non all'etica.
RispondiEliminaLa selezione naturale elimina i più deboli non i meno numerosi. Se ci confrontiamo senza innovarci verremo sopraffatti sicuramente.
RispondiEliminaPer la delicata sensibilità di questo Feltri suona "irritante" il fatto che gli operai vogliano difendere i loro diritti,la loro salute, la loro vita tout court. C'è gente che sta peggio: a maggior ragione non si deve rinunciare a diritti che sono....irrinunciabili,appunto,per tutti. Quelli di Pomigliano lottano anche per chi è costretto a lavorare senza diritti; è bene che si oppongano alla"polonizzazione" del loro contratto.Certo, senza salario non si campa e gli ammortizzatori sociali sono quello che sono.E' lo Stato che deve risolvere una vertenza tanto complicata.
RispondiEliminaBeh, uno che lavora 14 ore al giorno per 2.37 euro pisciando dentro il tetrapak per non allontanarsi dal posto di lavoro lo considero più forte, non più numeroso.
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